Vittorio Pusceddu, 'La Locomotiva di Buggerru': da protagonista in Serie A e in Europa a Ct. della Sardegna | Goal.com Italia

2022-10-14 22:23:53 By : Ms. Freda Zhang

Terzino sinistro a tutta fascia, dal mancino esplosivo, Pusceddu veste in carriera 10 maglie ed è protagonista in Europa con Cagliari e Fiorentina.

Ancora oggi che ha i capelli bianchi e riveste l'incarico di Ct. della Sardegna ogni tanto scende in campo con la squadra delle Vecchie glorie rossoblù, rivelandosi sempre fra i migliori, sorretto da una condizione fisica invidiale.

Quando giocava Vittorio Pusceddu era soprannominato 'La locomotiva di Buggerru', perché quando partiva in velocità era travolgente come un treno in corsa, e riusciva quasi sempre a concludere l'azione con un cross o un tiro in porta.

Buggerru, centro minerario del Sulcis nella costa sud-occidentale della Sardegna, dove passava un trenino a vapore per il trasporto del materiale estratto (zinco, piombo metallo e carbone) dalle cave agli impianti industriali, era il suo paese natale e Vittorio ci aveva trascorso l'infanzia.

Sguardo sornione e vivace, aveva velocità e forza fisica. Madre natura lo ha dotato di un fisico asciutto e di un sinistro potente come pochi ma al contempo anche vellutato, che sapeva far valere sia nelle conclusioni dalla distanza, sia sui calci piazzati, sorprendendo spesso i portieri.

I suoi binari erano la fascia sinistra, che per 14 anni, con la sua andatura ciondolante, da terzino di spinta ha percorso su e già per i campi d'Italia e d'Europa. In carriera ha indossato 10 maglie diverse fra Serie A e Serie B, togliendosi anche la soddisfazione di essere protagonista in Europa con Cagliari e Fiorentina, prima di diventare un allenatore.

Pusceddu nasce a Buggerru il 12 febbraio 1964. Dopo l'infanzia trascorsa nella cittadina mineraria, cresce calcisticamente nel Cagliari, la squadra del cuore che rappresenta l'intera isola, e nella stagione 1984/85 è aggregato alla Prima squadra fin dall'estate.

Il 9 settembre allo Stadio Iacovone di Taranto, Pusceddu debutta da titolare in Coppa Italia nella vittoria per 1-2 dei rossoblù. Successivamente il 30 fa l'esordio in B al Castellani contro l'Empoli (sconfitta per 1-0).

Il Cagliari, partito molto male, si rialza, e ottiene 7 risultati utili consecutivi, tuttavia in un torneo molto equilibrato galleggia fino alla fine fra salvezza e zona retrocessione. Abbandonata anche dal peruviano Julio Cesar Uribe, partito in Sudamerica in primavera per giocarsi le qualificazioni a Messico '86 con il Perù, la squadra sarda arriva all'ultima giornata in una situazione disperata.

Con Parma e Taranto già retrocesse matematicamente, Cagliari, Padova e Varese, appaiate in classifica con 33 punti, e il Catania, che le precede a 34, si giocano tutto all'ultima giornata. Quest'ultima mette di fronte le due formazioni isolane allo Stadio Sant'Elia. Il Cagliari ha di fatto un solo risultato: la vittoria, mentre ai siciliani basta il pareggio.

Davanti ad oltre 40 mila tifosi isolani, i giocatori di Ulivieri cercano il goal in tutti i modi, ma la porta difesa da Marigo sembra stregata. Nella ripresa, quando il giovane Pusceddu libera il sinistro dai 25 metri tutti trattengono il fiato: la palla, deviata dal portiere, sembra destinata a insaccarsi, invece, con una strana parabola, finisce sopra la traversa.

Cagliari-Catania finisce 0-0, i siciliani sono salvi mentre i rossoblù, che con i risultati degli altri campi sarebbero quartultimi, sono retrocessi in Serie C1. In tanti quella sera si disperano e piangono lacrime amare, ma la sofferta stagione si concluderà con un inatteso lieto fine.

Il Padova aveva infatti vinto 2-1 allo Iacovone contro i pugliesi, già retrocessi, ma i veneti avevano corrotto i giocatori di casa, e per questo vennero declassati all'ultimo posto e retrocessi.

L'annata travagliata della squadra sarda non impedisce al giovane terzino sinistro rossoblù di mettere in mostra quelle che sarebbero state per tutta la carriera le sue qualità: colleziona 3 partite in Coppa Italia e 30 presenze e 2 reti in campionato, guadagnandosi la chiamata in Serie A del Torino.

La prima rete la realizza nella vittoria per 0-2 in Toscana contro l'Arezzo, ma è il 2° goal a restare nella memoria collettiva dei tifosi e ad essere da sempre considerato dal suo autore il più bello fra i 27 realizzati in carriera.

Nell'estate 1985, il Cagliari, in difficoltà economiche, decide di far cassa vendendo le migliori promesse del proprio vivaio: fra queste anche Pusceddu, ceduto in Serie A al Torino di Gigi Radice. Per Vittorio inizia un lungo tour da 'emigrante del calcio' che lo porterà ad indossare 5 maglie diverse in 5 anni.

Con i granata il terzino di Buggerru esordisce in Serie A il 15 settembre 1985 nella vittoria per 2-1 al Comunale contro l'Udinese, subentrando negli ultimi 5 minuti di partita al posto di Beruatto. Vive la stagione da riserva di Francini ma questo non gli impedisce di mettersi in evidenza. Colleziona 6 presenze in Coppa Italia e 5 presenze e 2 goal in campionato, mostrando da subito le sue qualità balistiche anche nel massimo campionato.

Il primo sigillo arriva nella 'Scala del calcio' l'8 dicembre ed è un sinistro dai 25 metri che si insacca all'incrocio dei pali, sorprendendo Zenga, e vale il provvisorio 1-2 sull'Inter di Corso (la partita finirà 3-3).

La seconda rete è una punizione dalla distanza, battuta a pelo d'erba, che il 16 marzo 1986 regala ai granata i 2 punti in palio contro l'Avellino (1-0). Il Torino di Radice, tuttavia, chiude la stagione con un anonimo 11° posto e Pusceddu non viene confermato.

Il terzino sinistro passa così all'Ascoli nel 1986/87. Con i marchigiani del 'Presidentissimo' Costantino Rozzi, neopromossi in Serie A, trova più spazio, totalizzando 25 presenze e 2 goal, segnati con altre prodezze balistiche al Milan (sconfitto 1-0 al Del Duca proprio grazie alla sua marcatura) e alla Juventus (pareggio per 2-2 al Comunale), più 4 apparizioni. A fine anno conquista anche la Mitropa Cup (disputando la finale), primo trofeo vinto in carriera, con i bianconeri che superano 1-0 in finale gli cecoslovacchi del Bohemians di Praga.

Ancora una volta, però, in estate Pusceddu deve cambiare maglia e si trasferisce all'Udinese, in Serie B. La squadra friulana del patron Giampaolo Pozzo cambia due volte allenatore e non riesce a fare l'immediato ritorno in Serie A, classificandosi 10ª. Il terzino sinistro totalizza 35 presenze senza goal.

Nel 1988 si trasferisce nel Genoa, guidato dal 'Professor' Scoglio. Sotto la lanterna Pusceddu trova poco spazio, vince il campionato di Serie B ma fa appena 2 presenze.

La svolta arriva nel 1989, quando dopo esser stato scartato dal club ligure, Pusceddu viene ingaggiato dal Verona in Serie A. A volerlo fortemente in gialloblù è Osvaldo Bagnoli. Resta due anni, vivendo emozioni alterne.

Il primo è infatti quello della missione impossibile di Bagnoli, che con una squadra modesta riesce a lottare fino all'ultimo per la salvezza, nonostante alla fine arrivi la retrocessione. Vittorio, che mette insieme 31 presenze e 3 goal in campionato (2 alla Roma fra andata e ritorno e uno alla Cremonese) e un'apparizione in Coppa Italia, grazie alla sua generosità in fase difensiva e alla veemenza nelle discese sulla fascia, è uno degli elementi più positivi della squadra e per questo viene confermato nella rosa del 1990/91 messa a disposizione di Eugenio Fascetti.

Con il tecnico romano alla guida gli scaligeri sono protagonisti di una bella cavalcata in Serie B fino al 2° posto finale che vale l'immediato ritorno in massima serie della squadra. Il terzino sinistro di Buggerru è ancora una volta protagonista con 30 presenze e 4 goal che lo portano ad essere uomo mercato nell'estate 1991.

L'exploit in B col Verona consente a Pusceddu di essere notato da Claudio Ranieri, che lo ritiene una pedina importante per il Napoli del dopo Maradona. Il terzino di Buggerru approda così nel club azzurro nell'estate del 1991 per 4 miliardi e mezzo di Lire.

La stagione in azzurro non è però esaltante: 21 presenze senza mai segnare in campionato, più 4 presenze e un goal nell'inutile 3-2 del ritorno degli ottavi di finale di Coppa Italia contro la Roma, che passa il turno in virtù dell'1-0 dell'andata.

A complicarla ulteriormente ci si mette un'incomprensione con la tifoseria partenopea.

Nell'estate del 1992 il club partenopeo inserisce così Pusceddu nell'operazione che porta in azzurro l'attaccante uruguayano Daniel Fonseca. A volere il ritorno di Vittorio in Sardegna sono il nuovo presidente, Massimo Cellino, e l'allenatore romano Carlo Mazzone.

'La Locomotiva di Buggerru' è devastante, gioca un'annata di alto livello con 32 presenze e 7 reti in campionato, suo record realizzativo in una stagione in carriera, e alla fine è fra i bomber della squadra assieme a Cappioli, Oliveira ed Enzo Francescoli.

Diversi goal sono autentici gioielli: castiga la Roma (sua vittima preferita) con un fendente imprendibile su punizione, si 'vendica' del Genoa andando a segno 3 volte fra andata e ritorno, va a segno da corner contro il Brescia, partecipa allo storico 0-5 rifilato in trasferta dai sardi al Torino. In Coppa Italia arrivano altre 4 presenze.

La stagione successiva, il 1993/94, con Bruno Giorgi in panchina (Mazzone va alla Roma), il Cagliari e Pusceddu sono protagonisti di una cavalcata irripetibile in Coppa UEFA, che porta la squadra sarda ad un passo dalla finale europea. Il terzino di Buggerru, diventato un beniamino anche del trio comico Aldo, Giovanni e Giacomo a 'Mai Dire Gol', nello sketch dei Sardi, contribuisce con 10 presenze e 2 goal.

Il terzino segna uno dei 2 goal che a Bucarest tengono a galla gli isolani nella sconfitta per 3-2 del primo turno contro la Dinamo, mentre nell'andata degli ottavi infila Preud'homme con un delizioso pallonetto nel 3-1 ospite sul campo ghiacciato di Malines.

I rossoblù eliminano ai quarti la Juventus di Trapattoni, ma in semifinale è fatale il ritorno del Meazza contro l'Inter: vittoria rossoblù per 3-2 nell'andata del Sant'Elia, ma successo nerazzurro per 3-0 nella partita decisiva.

Nei quattro anni consecutivi in Serie A con la maglia del Cagliari, Pusceddu diventa un pilastro della squadra che vede altri grandi allenatori succedersi in panchina, come Trapattoni e Tabarez, e uno dei giocatori più amati dai tifosi rossoblù, totalizzando 146 presenze e 12 goal, di cui 125 con 10 reti nel solo campionato.

Segna quello che sarà il suo ultimo goal in Serie A il 9 aprile 1995: con una parabola incredibile, batte Mancini, il portiere del Foggia, direttamente da calcio d'angolo. Una specialità riservata a pochi quella dei goal dalla bandierina: per Vittorio è un déjà-vu: aveva già fatto goal da corner contro il Brescia nel 1992/93.

L'avventura da calciatore rossoblù si chiude definitivamente nell'estate 1996, quando è ceduto alla Fiorentina dopo 179 presenze e 14 goal totali con la squadra del cuore sommando le due diverse esperienze.

In viola Pusceddu, che ha già 32 anni, ritrova il suo mentore Ranieri, ed è protagonista con Batistuta e compagni di un'altra cavalcata europea, questa volta in Coppa delle Coppe.

E proprio alla sfida di andata con i blaugrana, nelle cui fila militano campioni come Ronaldo, Stoichkov e Figo, fra gli altri, è legato un curioso aneddoto che riguarda il terzino di Buggerru.

La stagione a Firenze porta a Pusceddu anche un trofeo, la Supercoppa Italiana vinta 2-1 al Meazza sul Milan il 25 agosto 1996. In campionato, invece, i viola chiudono al 9° posto.

In totale fra tutte le competizioni Pusceddu colleziona 38 presenze e una rete in Coppa Italia, che sarà anche l'ultima delle 27 segnate in carriera, realizzata nell'1-3 di Cosenza del 2° Turno.

L'ultimo anno di carriera, Pusceddu lo vive con 2 maglie diverse: da agosto a settembre del 1997 milita nell'Empoli (3 presenze fra Serie A e Coppa Italia), poi passa al Torino, con cui gioca da ottobre a giugno del 1998.

Torna nel club granata, retrocesso in serie B, 11 anni dopo la prima esperienza, e con 21 presenze è uno dei senatori dello spogliatoio di Camole ed Edy Reja. Il gruppo fallisce l’assalto alla serie A, che sfuma con la sconfitta nello spareggio di Reggio Emilia contro il Perugia, gara che Vittorio vive dalla panchina.

A 34 anni 'La Locomotiva di Buggerru', dopo tanti chilometri percorsi, 410 presenze e 27 reti in 14 anni di carriera professionistica, smette di viaggiare. Senza troppi rimpianti, se non quello di non aver mai vestito la maglia azzurra.

Nel 1997 partecipa al Quadrivio di Nuoro alla gara fra una Selezione sarda e la Corsica, vinta 1-0 dai padroni di casa. Pusceddu è il capitano di una formazione che vede fra gli altri in campo con lui Zola, Festa, Marco Sanna e Scugugia, convocati dal selezionatore Gustavo Giagnoni.

La partita è organizzata dalla Federazione Internazionale degli Emigrati Sardi. A decidere il match è una prodezza di Gianfranco Zola.

I tifosi del Cagliari lo hanno votato come miglior terzino sinistro di sempre della storia del club e il suo nome è stato così inserito nella 'Top 11 Rossoblù - I più forti di sempre'.

Appesi gli scarpini al chiodo, Pusceddu studia da allenatore a Coverciano e inizia la sua nuova avventura come vice-Reja nel 2003/04. A fine anni duemila guida per due volte l'Arzachena in Serie D, poi il 3 ottobre 2012 diventa il tecnico della Primavera del Cagliari dopo il passaggio di Diego Lopez alla guida della Prima squadra.

Mantiene l'incarico fino al termine della stagione 2014-15. Cinque anni dopo, il 25 gennaio 2020, è nominato nuovo Commissario tecnico della Natzionale sarda, subentrando a Bernardo Mereu. Con lui in panchina la Sardegna, dopo aver rinunciato ai Mondiali CONIFA 2022 per motivi di sicurezza, ha disputato 3 amichevoli: 2 vinte con Torpè e Groenlandia, una persa contro la Sicilia.