Marcello Baraghini, l'editore pop borgesiano e calviniano... - Tusciaweb.eu

2022-07-15 18:40:44 By : Mr. Tom Zhu

Viterbo – Il “Catalogo dei cataloghi”, il meta-catalogo dei libri immaginati e realizzati da Marcello Baraghini, ha un ché di borgesiano, e questo basterebbe di per sé a renderlo interessante e divertente. Borgesiano e calviniano. Un intreccio di storie, di vite, di collane e di destini. Col racconto autobiografico di Baraghini alternato da (e intramato con) vertiginose liste farcite a loro volta da ricordi o testimonianze di amici, collaboratori. 

Un accenno di scrittura autobiografica capace di far dialogare, anche se per soli flash, la grande storia (il movimentismo) con le piccole storie; i luoghi con la l maiuscola (Roma, Londra) con i luoghi minori (quelli a cui si arriva per strade bianche, quelli che non sono segnati su nessuna mappa); gli uomini che fanno la storia, e che sanno di starla facendo (Marco Pannella, Angiolo Bandinelli), e gli uomini che, anonimamente e in silenzio, costruiscono mura di Tebe in giro per il mondo (molte delle pagine pubblicate da Stampalternativa parlano proprio di loro).

Lo dico subito, a scanso di equivoci. Non conosco personalmente Marcello Baraghini. Non posso vantare nei suoi riguardi frequentazioni o una qualche intimità. Lo conosco per il tramite dei racconti di Carlo Galeotti (suo il dono del volume “Il catalogo dei cataloghi. Stampalternativa, 50 anni 1000 libri” da poco pubblicato) e di Antonello Ricci. Lo conosco, dunque, per sentito dire. E il sentito dire, ben lo sa chi ha un minimo di dimestichezza con le fonti orali, è uno dei canali principali di costruzione e diffusione del mito. Tanto più vago e indefinito, polifonico, tanto più evocativo ed efficace nel plasmare l’immaginario. Al punto che viene da pensarlo, Marcello, come un personaggio delle fiabe, o dei fumetti, fatto della loro stessa materia.

Se non ricordo male il primo Millelire che comprai fu la “Lettera a Lucillo” di Seneca. Ne seguirono molti altri, acquistati a volte distrattamente, attratto dalla copertina, dal poco prezzo (eh già!) e dai curiosissimi titoli. Fino poi a incontrarli sul mio percorso con maggiore consapevolezza. E per via di dono. “Prima tenevimo le fratte”, dovrebbe avermelo regalato il collega Gianluca Forti, direttore del museo del fiore di Torre Alfina. Uno, ricordo, mi venne donato a Sorano – non lo trovo più e non ricordo più il titolo: i Millelire tendono a incastonarsi tra i volumi ammassati negli scaffali, promessa di futuri e insperati ritrovamenti archeologici – dal discendente di un poeta a braccio il giorno che capitai alla Cantina l’ottava rima per promuovere l’incontro interregionale di poesia a braccio che si svolgeva a Latera per la festa di sant’Isidoro l’agricoltore. Sempre per via di dono mi sono arrivati “Seppellitemi con lo spillone”, l’autobiografia del “tombarolo gentile” e “La mia ignoranza è veramente perfetta”, del poeta maremmano Morbello Vergari.

Così come “I cocci di una vita”, la biografia del cocciaio soranese Luigino Porri, e quello dei fratelli Funari, “So‘ impastato nel peperino. Storie di cavatori e scalpellini”, ciascuno dei quali contenenti racconti paradigmatici dell’apprendimento del mestiere artigiano più e più volte chiamati in causa nel corso delle lezioni del master per Narratori di comunità targato Unitus (“Ah regazzì! Porta ‘n po’ via ‘sta scaja”).

Il dono dunque. Un topos narrativo ricorrente in queste righe. Ma come mai leggendo il “Catalogo dei cataloghi” mi è venuto di pensare al dono? Provo a dipanare il mio ragionamento riavvolgendo il nastro. Forse l’idea mi è arrivata pensando al prezzo dei volumi della collana più rappresentativa, iconica, che se dono non è poco ci manca. Una volta iniziato a pensare al dono devo aver rammentato come esso, nella sua formulazione classica, prefiguri l’idea di un modello di scambio che si contrappone al mercato, alla compravendita, al capitalismo. Una pratica “antagonista” come antagonista è stata la vita di Baraghini e la sua avventura editoriale. Con cosa fa scopa il mercato? Con lo stato-nazione. Messi insieme costituiscono i pilastri della modernità, lo scenario entro il quale prendono forma le relazioni economiche, sociali e di qualsiasi altro tipo (o almeno così vorrebbe). Una costruzione ambigua (ancora così intrisa di passato, di dogmi, di patriarcato, perché forse non siamo mai stati così tanto moderni come andiamo sbandierando) contro la quale Baraghini sembra volersi ribellare con le sue battaglie a colpi di libri e che però (ambiguità per ambiguità) ha reso possibile la sua stessa esperienza.

Il dono è una pratica che istituisce una relazione sociale. Qualcosa di non monetizzabile. E allora il dono è l’anti-mercato. Ma siccome la modernità trionfa allora il dono scompare? Eh no. Troppo semplice. Le magnifiche sorti e progressive non hanno estirpato il dono, cioè la libertà di scambiare cose senza compenso monetario. Solo che oggi lo troviamo dove meno ce lo aspettiamo. Lo troviamo spesso sotto forma di pratica interstiziale e informale che si insinua negli spazi lasciati liberi proprio dal mercato. Si può arrivare a dire che in certi contesti dono e mercato si definiscono vicendevolmente. Si integrano e completano. L’economia di mercato rappresenta sicuramente una dimensione pervasiva dell’esperienza quotidiana di ciascuno di noi. Ma non la determina in modo assoluto. Non è immune da tattiche di manipolazione, ridefinizione, risignificazione.

Ed proprio questa attitudine tattica, questa agentività, che secondo molti definisce il “popolare”. Cultura popolare come cultura contrassegnata dall’inclinazione a “consumare” i prodotti dell’industria (anche culturale) secondo modalità eterodosse, vernacolari, locali, resistenti, selettive. Di sicuro secondo prassi distanti o impreviste rispetto ai progetti di utilizzo e fruizione di quegli stessi prodotti. Questa l’essenza del popolare: muoversi tra le maglie, ridefinire pratiche dall’interno. E beh, ma non è proprio questa la cifra caratteristica di ciò che Marcello Baraghini per anni ha sperimentato nel corso delle sue straordinarie avventure? Non ha sovvertito, dall’interno, l’industria culturale? Non ha agito le regole dell’editoria? Del mercato librario? Sono proprio queste considerazioni a far sì che ogni volta che penso alla figura di Baraghini non posso fare a meno di immaginarmelo come“l’editore pop”.

E di considerare la storia di Stampalternativa un capitolo importante della cultura popolare dei nostri tempi.

Viterbo – Carlo Galeotti processa Marcello Baraghini. La sfida sarà senza rete.

Marcello Baraghini verrà intervistato e processato da Carlo Galeotti in un evento speciale dei Pirati della Bellezza: la presentazione in anteprima nazionale del libro Il catalogo dei cataloghi – Stampalternativa – 50 anni in mille libri. L’appuntamento venerdì 1 luglio ore 17,30 nella sala conferenze di Unindustria in via Faul n.17 a Viterbo.

Evento organizzato da Tusciaweb e Piattaforma 2.0 all’interno della rassegna I pirati della bellezza – Festival della Parola e del Pensiero.

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Baraghini è stato ed è un “malvivente della cultura”. Ha rivoluzionato il mercato del libro con l’invenzione dei Millelire. Inutilmente imitati in Spagna, Francia ed Inghilterra. Penguin tentò di produrli ma non furono mai originali, provocatori e, diciamolo, belli come i Millelire italiani. Il parto dell’editore più antieditore che c’è in Italia.

Marcello per un periodo è stato perfino latitante. Ed è stato latitante nella Tuscia. Tra Lazio e Toscana. Tutto, se non ricordiamo male, scaturì da un libello intitolato Contro la famiglia. Ora ci prepariamo a celebrarne il processo in occasione dell’uscita di uno dei libri che faranno la storia: Il catalogo dei cataloghi – Stampalternativa – 50 anni in mille libri. 

Una presentazione in anteprima nazionale del libro. Un libro “fuorilegge”, senza codice a barre, no amazon, senza prezzo fisso. Fuori dai circuiti ufficiali. Un attentato al mercato del libro. L’ultima provocazione dei Marcello Baraghini. Per capirci.

E proprio di questo lo accuseremo. Lo accuseremo anche, però, di non aver scardinato il sistema. 

Ai primi quaranta partecipanti in dono il libro Il catalogo dei cataloghi – Stampalternativa – 50 anni in mille libri. A tutti gli altri un libro donato grazie alla Fondazione Carivit.

Carlo Galeotti processa Marcello Baraghini Presentazione in anteprima nazionale del libro Il catalogo dei cataloghi – Stampalternativa – 50 anni in mille libri

Evento organizzato da Tusciaweb e Piattaforma 2.0 all’interno della rassegna I pirati della bellezza – Festival della Parola e del Pensiero.

 Via Faul n. 17, Viterbo

I Pirati della Bellezza – Festival della Parola e del Pensiero è promosso da Piattaforma 2.0 e viene realizzato grazie a Fondazione Carivit, Ance, Unindustria, Merlani costruzioni, Cr Project service, Immobiliare Viterbo, KDS, Fratelli Aquilani, Belli srl impianti tecnologici, SegantiniAssicurazioni.it, Terme dei Papi, Vestri Telecom Group, Active Network, Confagricoltura, CNA, Confartigianato, Centroauto, Tusciaweb, Libreria Fernandez, Majakovskij comunicazione, Panta CZ. I Pirati della Bellezza – Festival della Parola e del Pensiero regala libri grazie a Terme dei Papi, Menichelli Gioielli, Todis, Paolo Pelliccia, Dm Ecologia, Sigma, CGE.

Un Libro sospeso per la libertà e la creatività

I Pirati della Bellezza, festival della Parola e del Pensiero, regala una copia di ogni libro in presentazione a 40 partecipanti a ciascun evento. Grazie a Terme dei Papi, Menichelli 1912, Todis, Paolo Pelliccia, Dm Ecologia, Sigma, CGE

Un libro sospeso è come regalare un canestro di bellezza, intelligenza e incanto… Per la prima volta un festival di libri regala libri. I Pirati della Bellezza regala libri. Un libro è un mondo di idee, di fatti e di racconti che educa alla libertà e alla fantasia. Nella storia c’è stato chi ha bruciato libri, chi li ha messi all’indice, chi li ha disprezzati e calpestati. Noi pensiamo che i libri siano portatori, sani o malati, del virus della libertà e della creatività. Sono capaci di farci scoprire mondi, inferni, paradisi mai visti. Sono capaci di farci vivere milioni di vite che non avremmo mai vissuto. Milioni di avventure. Milioni di piaceri e dolori. Un libro è capace di narrare perfino piaceri e dolori inenarrabili. Un libro, in buona sostanza, è capace di descrivere ciò che non è descrivibile. E subito dopo ci permette di dormire sotto le rassicuranti coperte del nostro piccolo letto. Cento pagine di carta stampata sono in grado di parlarci di Dio e dell’infinito. Di massacri e resurrezioni. Senza infingimenti, senza falsi timori di inadeguatezza. E allo stesso tempo ci spiegano che “ci sono più cose in cielo e in terra di quanto ne possa sognare la nostra filosofia”. Per dirla tutta: Dio, se esiste, non può non essere un libro…

Un meraviglioso libro di luce e di tenebre, ovviamente. Noi intanto, per non saper né leggere né scrivere, regaliamo libri. E lo facciamo nello spirito di una grande capitale della cultura europea: Napoli. Dove nei bar è tradizione lasciare un “caffè sospeso” per un prossimo avventore. Come dire un piccolo dono a uno sconosciuto che crea un legame nel segno della comune umanità e nel segno della gentilezza. Valore ormai desueto e antico.

Istruzioni per l’uso: Le aziende e le persone che vogliono sponsorizzare l’iniziativa “Un libro sospeso per la libertà e la creatività” possono scrivere un messaggio via Whatsapp a I Pirati della Bellezza al 3387796471. Verranno ricontattati.

Il festival I Pirati della Bellezza è reso possibile da aziende, associazioni e fondazioni illuminate che hanno il coraggio di costruire cultura e di volare. Perché la cultura è il futuro dell’umanità. La cultura è l’uomo! La cultura è quello che ci fa umani. E solo la cultura ci può salvare. La cultura è volare. E noi vogliamo volare…

I Pirati della Bellezza – Festival della Parola e del Pensiero è promosso da Piattaforma 2.0 e viene realizzato grazie a Fondazione Carivit, Ance, Unindustria, Merlani costruzioni, Cr Project service, Immobiliare Viterbo, KDS, Fratelli Aquilani, Belli srl impianti tecnologici, SegantiniAssicurazioni.it, Terme dei Papi, Vestri Telecom Group, Active Network, Confagricoltura, CNA, Confartigianato, Centroauto, Audiotime, Il Gargolo, Tusciaweb, Libreria Fernandez, Majakovskij comunicazione, Panta CZ.

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