Gent, luci delle Fiandre - Latitudes

2022-10-14 22:46:27 By : Ms. Lucky Chen

In un certo momento della sua storia, Gent era più popolosa di Londra, di Colonia e solo Parigi la superava per numero di abitanti. La fama di Gent ingolosiva persino l’imperatore Carlo V, che qui era nato, al punto di fargli dichiarare: “Je mettrai Paris dans mon Gand” (metterò Parigi nel mio Guanto) nome questo dato dagli italiani alla città

Testo di Federico Formignani foto di Lucio Rossi

Il triangolo delle Fiandre è formato dalle città di Bruxelles, Anversa e Brugge. Nel mezzo, nel cuore, c’è Gent. Peccato che Gent, che i Valloni chiamano Gand con una “a” allungata, così come chiamano Bruges allungando in questo caso la “u”, a un orecchio italico venga leggermente mortificata dalla durezza del termine fiammingo: quasi uno sparo di pistola, secco e implacabile.

Forse, per finire con la licenza linguistica, a noi italiani sarebbe piaciuto continuare a chiamarla Guanto, come aveva fatto Carlo V e come facevano i mercanti fiorentini del Rinascimento.

Ma Gent o Gand che sia – questo è ciò che conta – è talmente bella e da vivere, che la questione di lana caprina del suo nome e di come lo si pronuncia, passa davvero in secondo piano.

Questa è la città che si trasforma non rinunciando ad essere sé stessa; che vive il presente rutilante di modernità e di luci, coltivando nel contempo le rassicuranti zone d’ombra di certi luoghi, vie e case che ancora profumano degli splendori di un passato di grande importanza storica.

Gent è una città da centellinare, da percorrere senza un itinerario prestabilito; molto dipenderà dalle aspettative di chi la visita.

Se il visitatore ama l’arte, il raccoglimento, la penombra consolatoria, cosa scegliere di meglio che entrare subito nella Cattedrale di San Bavone per posare lo sguardo su una delle opere d’arte più influenti della storia: il Polittico dell’Agnello Mistico detto anche Pala di Gand (in questo caso, col termine francese della città).

Un capolavoro assoluto che realizzato dai fratelli Van Eyck soddisferà appieno lo spirito, offrirà lo spunto per dialogare con la propria anima. 

Ma l’atmosfera di Gent è varia e imprevedibile. La ricerca dei giovani potrebbe quindi essere diversa; molto probabile che la scelta iniziale del giro non programmato cada sulla visita ai Murali del vicolo Warregarenstraatje, nato come progetto estemporaneo nel 1995 e divenuto definitivo.

Ogni giorno, sui muri dello stretto e centralissimo passaggio, compaiono nuove immagini multicolore create dagli street writer locali e internazionali, numerosi e molto attivi. Ogni tanto, i muri del vicolo vengono imbiancati, col solo scopo di creare nuovi spazi per nuovi graffiti.

Se poi alcuni desiderano guardarsi attorno estasiati, come fanno molte coppie innamorate tenendosi per mano, sostando nel centro di uno spazio aperto, non ha che da scegliere, a Gent, fra due interessanti opzioni: la prima è Korenmarkt, la più frequentata, sempre affollata di turisti, di ragazzini che giocano rincorrendosi con gli skateboard; tutt’attorno, il contorno solido e a un tempo aereo delle belle abitazioni della città.

Se poi la visione desidera spaziare su splendidi palazzi storici, su una imponente statua che troneggia da una base di pietra fatta a torta, allora la piazza da visitare che compete con quella vista prima è la Vrijdag Markt; sono due gli edifici della piazza che si notano più di altri: quelli affiancati della Ons Huis (Casa Nostra) e del Bond Moison: si tratta di un magnifico complesso di fine Ottocento in stile art decò.

Il centro di Gent si abbraccia anche dal ponte di San Michele, sul fiume Lys, così come è d’obbligo, per chi vuole rivivere il passato, la visita di Gravenstee, il Castello dei Conti di Fiandra. Oppure ci si può perdere nel quartiere medievale di Patershol che condensa, nell’immagine dei visitatori, le meraviglie visive di un mondo lontano nel tempo: locali caratteristi e ospitali nei quali diventa ardua la ricerca di un tavolo libero.

Petershol era il quartiere malfamato della città; è stato ripulito e ristrutturato, accentuando (appena un po’!) i caratteri medievali che già possedeva.

Gent è anche la città delle sorprese architettoniche, quali ad esempio la Stadshal, il Padiglione del Municipio costruito nel 2012; edificio che è stato oggetto di accese discussioni prima che fosse realizzato, perché la struttura sembra una moderna capanna a due punte, tanto che gli abitanti di Gent l’hanno chiamata schaapstal (stalla per le pecore).

Quando scende la sera, la “stalla” si illumina grazie a un suggestivo gioco di luci che filtrano attraverso le 1600 fessure poste nella tettoia interamente realizzata in legno. Le sorprese architettoniche non finiscono comunque qui.

Notevole è la Stadhuis, il Municipio dalla doppia natura, poiché sotto lo stesso tetto convivono da quasi quattro secoli due stili decisamente alternativi.

C’è poi il palazzo Vooruit, molto amato dai cittadini di Gent per i suoi trascorsi storici; quindi la Torre dei Libri del 1936, uno degli edifici più alti della città, che ospita la Biblioteca Universitaria; infine due splendidi musei: l’MSK d’arte antica e moderna e il SMAK, galleria d’arte contemporanea.  

Ad ogni modo, ed è parere personale forse condiviso da molti, per godere appieno il fascino di Gent è indispensabile non separare mai la visione della città come di fatto si presenta a chi la percorre: un mirabile insieme di solide pietre nobilitate dalla storia che sono state edificate seguendo le vene d’acqua di superficie e sotterranee che avvolgono e penetrano l’abitato.

Fiumi come lo Schelda e il Lys, canali quali il Reep che conduce al Portus Ganda (confluenza); le rive sono bordate dalle case e le case brillano di luci, quando arriva il buio.

Come concludere la speciale giornata di Gent se non sorseggiando una delle famose birre belghe, con lo sguardo che insegue il tremolio delle luci sull’acqua. Niente di più appagante.

Leggi anche: Gent, la nuova casa del Polittico dell’Agnello Mistico e Gent, le notti senza tenebre: torna il “Light Festival”

Informazioni: se volete programmare un viaggio a Gent potete reperire informazioni e idee di viaggio su Visitflanders – Ente del Turismo delle Fiandre. Molte informazioni anche sul sito del turismo della città di Gent

In aereo: con i voli di Brussels Airlines fino a Bruxelles. Una volta atterrati all’aeroporto di Zaventem di Bruxelles Internationals, dirigetevi al piano -1 del terminal, dove si trova la stazione ferroviaria: i treni sono frequenti, puliti e puntuali. Da qui si prosegue per Gent con il treno in un’ora di viaggio e arrivo alla Stazione di Gent St Pieters.

In treno: Dall’Italia a Bruxelles, cambiando a Parigi e poi treno regionale per Gent.

In auto: La distanza tra Milano e Gent è circa 970 km. Fino a Basilea, attraverso la Svizzera (tunnel del San Gottardo), Da Basilea si entra in territorio francese: Strasburgo, Metz, quindi si attraversa il Lussemburgo e si risale il Belgio fino a Gent.

Quando andare: Il clima nelle Fiandre è temperato, di tipo atlantico, con inverni freddi ed estati abbastanza calde. Piogge e nebbie sono frequenti. Primavera ed estate sono le stagioni migliori per viaggiare nelle Fiandre.

Parkhotel; ottima posizione non distante dal centro.

Ibis Gent Centrum Opera; vicino all’Opera a pochi passi dai musei e dal centro congressi

NH Gent Belfort; quattro stelle nel centro di Gent, di fronte al municipio.

Rose House B&B; in una bella casa del 19° secolo

Brasserie ’t Vosken, Sint-Baafsplein 19, 9000 Gent

Lingua: La lingua parlata nella Fiandra è il Fiammingo (detto anche Neerlandese). Il francese e l’inglese sono ben compresi ovunque.

Testo di Federico Formignani foto di Lucio Rossi|Riproduzione riservata © Latitudeslife.com

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