Destiny Cuba: intervista all'autore Alessandro Zarlatti - FUL Magazine

2021-12-06 05:23:35 By : Mr. Bill Jiang

Alessandro Zarlatti è un giornalista e scrittore italiano che nel 2012, per passione, ha deciso di trasferirsi a vivere stabilmente a Cuba per immergersi completamente nella cultura e nello stile di vita cubani. Collabora con numerose testate giornalistiche e dirige l'Accademia di lingua italiana Leonardo da Vinci all'Avana. È autore dei due romanzi “Il Salto” (2015) e “Quattro parti di lui” (2018) e della raccolta di racconti “Some road to Cuba” (2014).

Lo abbiamo incontrato durante la presentazione del suo nuovo libro “Destino Cuba” e gli abbiamo rivolto alcune domande.

“Destino Cuba” è il mio secondo libro di racconti ambientati e ispirati a Cuba. Cuba dal punto di vista artistico e culturale è un luogo molto fertile, suggestivo. C'è questa sorta di incontro tra passato e presente che traspare in ogni strada, in ogni angolo, velato da una nota di decadenza. Dopo il mio primo libro di racconti "Some road to Cuba", che ha attraversato il periodo dal 1996 al 2012, ho pensato che fosse giusto che seguisse un altro libro che coprisse un periodo più recente, quello dal 2013 al 2017. I testi sono accompagnati e arricchiti dalle bellissime fotografie di Flabia Cuevas. Si tratta di un progetto inizialmente concepito in spagnolo, pubblicato in una collana della casa editrice cubana Abril in cui attualmente sono l'unico scrittore italiano a comparire. Successivamente la casa editrice toscana Ouverture mi ha contattato per lavorare ad un'edizione italiana del testo, piuttosto fedele all'originale in spagnolo, e sono felice di aver accettato.

Edizione italiana in cui, però, si è deciso di lasciare il titolo "Destino Cuba" in lingua originale. È stata una scelta deliberata?

Assolutamente si. Mi piaceva l'idea di mantenere e far capire un po' a chi conosce la lingua spagnola, la connessione tra il significato italiano di 'destino' nel senso di fatalità, caso, destino e quello spagnolo che invece si avvicina di più al senso di destinazione, meta. Mi è sembrato interessante che i due linguaggi potessero far intravedere l'intreccio che esiste tra la meta e il percorso di vita che, in questo libro, hanno entrambi lo stesso esito.

Nel libro descrivi molti luoghi poco conosciuti di Cuba e li usi come sfondo per le tue storie. Come hai scelto queste impostazioni?

Si tratta di luoghi assolutamente personali, non turistici e fuori dagli itinerari più comuni. Negli anni ho girato l'isola in lungo e in largo e in ognuno di questi luoghi sono stato colpito o attratto da qualcosa o qualcuno e, alla fine, questi stessi luoghi sono finiti per diventare il teatro delle mie storie. Veri e propri luoghi geografici che si prestano a diventare scenografici per lasciare spazio alla storia, in una sorta di personalissimo diario di bordo.

Quanta verità c'è nelle tue storie? È un'autobiografia?

Beh, sicuramente è una scrittura molto personale e intima, il soggetto è in prima persona e anche il punto di vista è strettamente personale. Tuttavia, è chiaro che esiste anche un meccanismo di finzione, di creazione e di sublimazione artistica che trasforma l'esperienza e l'esperienza personale in qualcos'altro. Una rilettura che permette alla storia immaginata di prendere il posto di quella reale.

Cosa ne pensi dell'attuale panorama letterario cubano?

In questo momento a Cuba c'è un dualismo letterario tra quella che è la letteratura ufficiale, più intonacata e standardizzata, e quella sommersa che però stenta molto a venirne fuori ea farsi strada. Senza dubbio, il secondo è molto più interessante del primo. Alcuni scrittori poi trovano maggiore fortuna all'estero come Gutierrez, Leonardo Padura e Reinaldo Arenas, ma per gli scrittori in patria non è sempre facile emergere.

La situazione sarà ulteriormente danneggiata anche dalla pandemia in corso, quale pensate sarà l'impatto del Covid sulla produzione letteraria mondiale?

È troppo presto per fare un'analisi precisa visto che, purtroppo, stiamo ancora vivendo questa situazione. Credo che non ci sia stato ancora abbastanza tempo per elaborare e digerire quanto accaduto. Vedo e vivo in prima persona anche una difficoltà a rielaborare i fatti, il famoso incubo della pagina bianca in cui vuoi scrivere tanto ma non puoi. Credo che, prima di iniziare un nuovo capitolo, dovremmo prima chiudere questo e purtroppo oggi non siamo in grado di farlo. Ci vorrà del tempo ma ho sempre fiducia nel potere terapeutico e catartico della letteratura e dell'arte per rinascere.

Una lettura interessante, coinvolgente ed emozionante che ci porta in luoghi lontani con gli occhi e con il cuore. Per viaggiare verso nuove mete e nuovi destini, attraverso parole e scatti.

Testo di Rita Barbieri

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