Agassi: “Non tornerei indietro. Da quando mi sono ritirato la mia vita è solo migliorata”

2022-10-14 22:47:17 By : Ms. Luoluo Wang

In un’intervista al quotidiano uk The Guardian, Andre Agassi torna a parlare di sé, della carriera ma soprattutto della vita attuale, interamente dedicata alla moglie e ai figli

Nel corso della carriera, Andre Agassi ha vinto 60 titoli ATP, tra cui 8 tornei del Grande Slam e 17 masters 1000, è stato numero uno del mondo 6 volte, per un totale di 101 settimane al comando della classifica ed è uno dei 7 giocatori della storia del tennis riusciti nell’impresa di vincere almeno una volta tutti e 4 i Major. Insieme alla moglie Steffi Graff e ai due figli vive a Las Vegas dove, dal 1994, è a capo di un’associazione a scopo benefico per la scolarizzazione dei bambini meno fortunati. A pochi giorni di distanza dal compleanno numero 45 (festeggiato il 29 aprile), l’americano si è raccontato al quotidiano britannico The Guardian.

“Non ho potuto scegliere cosa fare nella vita, fin da piccolo sapevo già quale sarebbe stato il mio destino: il tennis. Mio padre amava questo sport e dopo averci giocato da bambino, in Iran, vide che era la strada più veloce per farmi realizzare il sogno americano” ha dichiarato il Kid di Las Vegas. “Nonostante lo sport rappresenti un terzo della vita di un atleta, giocare a tennis non ti prepara per quello che viene dopo. Soprattutto dal punto di vista fisico, non credo che riuscirò più a sentirmi del tutto a posto”.

Se avesse l’opportunità di poter tornare indietro nel tempo, Andre rimarrebbe comunque nel presente, insieme alla moglie, la persona che ammira di più al mondo, e i due figli, Jaden e Jaz (13 e 11 anni), che riescono a renderlo felice ogni volta che mostrano di impegnarsi veramente in qualcosa, che si tratti di un compito a scuola o di un risultato nello sport. “La cosa più preziosa che possiedo? La collana di dadini che mio figlio ha fatto quando aveva 4 anni: sopra c’è inciso DADDY ROCKS”.

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Sarà il canadese, prima testa di serie, l’avversario di Lorenzo Musetti sabato sera. Scavalcato Fritz nella Race

[1] F. Auger-Aliassime b.[8] B. Nakashima 6-3 6-4

Nella parte alta del tabellone dell’Open 250 di Firenze, semifinale migliore non poteva capitare. Pubblico fiorentino soddisfatto per l’approdo della testa di serie n. 1 al penultimo turno del torneo, avversario di Lorenzo Musetti. Felix Auger-Aliassime ci arriva con autorità battendo Brandon Nakashima in due set, 6-3, 6-4, in 1he29’. Sarà, dunque, testa di serie n. 1 contro la n. 3: una sfida molto interessante e che il pubblico fiorentino apprezzerà.

Eppure la gara non si era messa benissimo per il canadese che esordisce con un break subito. Il giapponese, però, non concretizza l’ottimo avvio di partita subendo il controbreak immediato. Altre due palle break volano via per Nakashima nel terzo gioco. Se è attaccabile sulla seconda, sulla prima Auger-Aliassime è ingiocabile e ottiene 19 punti su 22 nel primo set. Il break decisivo arriva nel sesto game e toglie certezze al giapponese. Primo set in ghiaccio in 45’ e 6-3 per il canadese.

Nel secondo parziale  si scambia poco e domina la prima di servizio del canadese che strappa la battuta già nel primo gioco. Per Nakashima si fa dura, sotto di un break e un set. Ottiene 16 punti su 17 con la prima di servizio la testa di serie n. 1 del tabellone.

In totale saranno 24 i vincenti di Auger-Aliassime, colpi d’autore molto apprezzati dal pubblico che difficilmente farà il tifo per lui nella prossima sfida.

LA RACE – Con questa vittoria, Felix arriva a 2905 punti nella Race superando i 2885 di Fritz e subentrandogli quindi al settimo posto, l’ultimo utile per Torino al netto di eventuali rinunce. FAA si ritroverebbe con 2965 punti vincendo la semifinale di sabato e con 3065 se alzasse il trofeo. Questi numeri tengono conto dei 45 punti in uscita di Estoril, visto che il canadese ha già raggiunto il limite di tornei non obbligatori. Per quanto riguarda gli azzurri, Jannik Sinner è 14° con 2310 punti, Matteo Berrettini subito dietro a 2225.

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Sulla prestazione di oggi contro McDonald l’allenatore del carrarese si è espresso così: ” È partito fin troppo bene. È stata una bella prova di maturità”

Lorenzo Musetti vince e convince. E, siccome le buone notizie non vengono mai da sole, il carrarese ha già la certezza che lunedì avrà un nuovo best ranking. Ma c’è anche un altro motivo per sorridere nel team Musetti e per tutti i suoi tifosi: dopo il forfait di Rublev dall’ATP di Napoli (arrivato dopo il raggiungimento della semifinale a Gijon), Lorenzo è infatti rientrato tra le prime quattro teste di serie dell’entry list del torneo partenopeo (ciò significa che avrà più tempo per riposare) e ha così deciso di non saltare l’appuntamento della prossima settimana. Lo ha confermato il suo coach, Simone Tartarini, in esclusiva ai microfoni di Ubitennis: “Stamattina eravamo ormai sicuri di rinunciare perché era scalato di un posto(dopo l’assegnazione dell’ultima wild card a Berrettini, ndr), ma poco fa si è cancellato Rublev e quindi ci saremo”.

Tartarini ha anche commentato la prestazione del suo giocatore nel match di oggi contro McDonald che ha rinsaldato quelle impressioni positive già suscitate dall’esordio di ieri con Zapata Miralles: “A Lorenzo questa superficie piace tantissimo: forse si trova anche meglio rispetto alla terra perché è lenta ma allo stesso tempo lo stimola a colpire, mentre sul rosso si tende a rallentare il braccio. Si sta allenando benissimo ed è in gran forma. Oggi paradossalmente è partito fin troppo bene (due break in apertura, ndr) e infatti è leggermente calato, anche per meriti dell’avversario, nella seconda parte del primo set, ma è stato bravissimo perché è rimasto tranquillo e così ha chiuso un parziale non facile. In generale è stata una bella prova di maturità”.

Il prossimo avversario di Musetti sarà Auger-Aliassime, già battuto due volte dall’italiano su un totale di tre precedenti. Proprio per questo Tartarini, prima dell’inizio del match tra il canadese e Nakashima, aveva dichiarato ai nostri microfoni di preferire una nuova sfida contro il numero 13 del mondo rispetto a una prima volta assoluta contro l’americano, aggiungendo però che “a questi livelli cambia poco: sono tutti forti”.

Qui l’audio dell’intervista:

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Rovescio a una mano, cambio di mentalità, Coppa Davis e tanto altro racconta dopo il match con McDonald Lorenzo Musetti, che assicura: “Mi faccio il mazzo anche a telecamere spente”

È stato un grande Lorenzo Musetti quello che si è guadagnato la semifinale e il best ranking annichilendo McDonald all’UniCredit Firenze Open. Dopo la vittoria, Lorenzo risponde alle domande con calma e professionalità, senza rinunciare a qualche battuta. Si parla di eredità del rovescio a mano, della responsabilità in quanto ultimo azzurro in gara, della sua crescita nell’ultimo anno e di altro ancora. Si comincia con le smorzate…

“Ne ho giocati due o tre in momenti anche importanti, soprattutto nel secondo set. Può essere un’arma quando l’avversario non se l’aspetta. In passato tendevo a giocarla anche quando non c’era bisogno e nei momenti di fretta. No, Roger è difficile da paragonare, è solo motivazione a cui ispirarsi.”

Con il ritiro di Federer, siete rimasti in sette a giocare il rovescio a una mano. Tra 10, 15, 20 anni, quando smetterai, ti piacerebbe essere ricordato come uno dei giocatori in grado di tenere vivo questo colpo?

“Sì, assolutamente. Penso che il rovescio a una mano vada ancora insegnato. È ovvio che vogliono una manualità importante e una discreta fisicità, soprattutto a questi livelli. Il rovescio a due mani tende a toglierti da delle situazioni con più comodità. Però, se imparato bene, con una mano puoi trovare più angoli, le variazioni…”

Preoccupazioni per la semifinale a prescindere dall’avversario?

“Ieri non sapevo neanche con chi avrei giocato. Mi sento molto concentrato su quello che devo fare senza preoccuparmi di chi c’è dall’altra parte. Ne beneficio anche in allenamento perché mi focalizzo sulle mie cose.”

Essere l’unico italiano rimasto è un peso, una responsabilità o una carica?

“Ho vissuto con la pressione fin da piccolo, questa non la posso considerare pressione. Ovvio, è una responsabilità perché ci tengo a far bene, soprattutto qua a Firenze perché mi sento a casa, però è un aiuto, una spinta in più che il pubblico mi dà.”

(Scanagatta). Devi giocare con Nakashima, mai incontrato, o con Auger-Aliassime, 2-1 per te, sempre sulla terra. Ci parli di loro?

“Con Nakashima ho giocato da junior, sul veloce outdoor in Cina. Gli piace il veloce, un classico americano, un po’ come McDonald, forse più in forma. Serve bene, sta vicino, gioca bene di rovescio. Il dritto è pesante quando ha tempo, ma è il colpo che deve migliorare di più. Aliassime ha un tipo di gioco che a me piace. Ci ho fatto sempre delle belle partite, anche quella che ho perso – ero sopra di un set, mi sono ritirato perché non stavo bene. Ha più esperienza di Brandon perché ha già giocato a questi livelli.”

(Scanagatta). I tennisti dicono che sempre che la classifica non è così importante, però tu sei già n. 24, best ranking. Vincendo il torneo arriveresti solo a 23, è buffo.

“Tanto vale non vincere, allora [ride]. Più si sale, maggiore è gap di punti, di partite e di trofei da vincere. Sono contento del best ranking, ma quello che mi interessa davvero è come sto vedendo me stesso adesso, più professionista anche fuori dal campo. È quello che mi fa essere così sicuro di me in campo, così ordinato.”

Sulla Coppa Davis si sta creando una dinamica molto buona: gran vittoria in Slovacchia, benissimo a Bologna e chi sta davanti a te, per motivi diversi, non sta vivendo il suo miglior momento. Hai pensato che potresti essere singolarista a Malaga?

“Ovvio che mi piacerebbe giocare, ma sono scelte del capitano. Vedremo chi arriverà sano alla fine. Matteo, Jannik e anche io abbiamo avuto un po’ di sfortuna con gli infortuni. Speriamo di arrivare tutti sani e in forma.”

Sei a tuo agio al coperto?

“Anche a inizio anno ho giocato bene indoor. L’anno scorso non ho giocato bene il finale di stagione, difficile fare paragoni. Ho fatto buoni miglioramenti su questa superficie. Certo questo è un campo abbastanza lento, si era visto in Slovacchia e a Bologna, mi piace.”

In conclusione, lo sviluppo rispetto alla stagione scorsa.

“Paragonando il Lorenzo dell’anno scorso a quello di quest’anno, c’è stato uno sviluppo, un cambiamento anche di mentalità. Roberto [Petrignani, il preparatore atletico] è un professionista esperto, ci lavoro da quattro anni, abbiamo un ottimo rapporto. Quello che funziona è la giusta chimica che c’è nel nostro team. Simone e Roberto la vedono alla stessa maniera e questo mi ha fatto fare il salto di qualità. Sono contento di come sto lavorando, mi sto facendo un mazzo così anche a telecamere spente. Il lavoro che non si vede poi dà i suoi frutti. Ringrazio Roberto che mi fa un mazzo tanto ogni giorno.”

Qui sotto l’audio completo della conferenza stampa:

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