La tavola di Natale s'ispira al libri e cinema | Elle Decor

2021-12-27 02:16:59 By : Ms. Sophie Lee

Il celebre libro di Louisa May Alcott e la riscrittura cinematografica di Greta Gerwig diventano le guide spirituali per impreziosire i giorni di festa

"La scena che abbiamo appena descritto si svolge in una vecchia e comoda stanza. Un paio di buoni quadri sono appesi alle pareti; ogni angolo è stipato di libri; crisantemi e elleboro fioriscono alle finestre. Margaret, la più grande delle quattro sorelle, ha sedici anni ed è graziosa e florida; ha grandi occhi, capelli castani folti e morbidi, una bocca dolce e mani bianchissime delle quali va orgogliosa. Jo ha quindici anni: è molto alta, snella e bruna e ricorda un puledro; sembra sempre imbarazzata dai suoi arti lunghissimi. Ha la bocca dal taglio deciso, un nasetto un po' comico e gli occhi grigi mobilissimi. I lunghi e folti capelli sono la sua unica bellezza, ma lei usa raccoglierli in una reticella per levarseli di torno. Jo ha le spalle quadrate, le mani e i piedi grandi e l'aspetto inquieto delle ragazze rapidamente cresciute. Elizabeth - o Beth, come tutti la chiamano - è una rosea creatura di tredici anni, dagli occhi sereni e dai capelli lisci, con i modi gentili, la voce timida e l'espressione dolce (...). Amy, la più giovane, è un personaggio importante, o almeno così pensa lei: bianca come la neve, ha gli occhi azzurri e i capelli biondi e ricciuti che le ricadono sulle spalle; pallida e slanciata, ha sempre il portamento di una giovane signora contegnosa". Il primo capitolo di Piccole Donne, dal titolo È Natale!, scritto di tutto pugno da una Louisa May Alcott che non si annulla davanti al suo lettore, ma, al contrario, ama interagirci, introduce spazio e protagoniste del libro. Siamo nella celebre residenza delle quattro sorelle più famose d'America - quella che, a seguito del film di Mervyn LeRoy del 1949 verrà riconosciuta come Orchard House. Qui - i fan della letteratura ricorderanno - il Natale è pieno d'affetto. L'opera della Alcott, pioniera di tendenze e temi a cui, a fine Ottocento, risultava difficile dare voce, è anche caposaldo di un'estetica ispirazionale. Per questo motivo, eccoci qui con Piccole Donne fra le mani.

"Non ridere, Jo. Ho pensato di cambiare la bottiglia con una più grande. Ho speso tutto il mio denaro per comperarla. D'ora in poi non voglio più essere egoista. Mostrando la bella bottiglia, Amy aveva un'espressione così seria e umile che Mag la strinse al cuore e Jo dichiarò che era un tipo in gamba, mentre Beth andò alla finestra, colse il più bel fiore dell'elleboro e ne adornò il flacone". Bisogna ammettere che la scrittura della Alcott desti con capacità l'immaginazione. Così, una bottiglia decorata dai colori della natura si posiziona sulla tavola di Natale. "Ma ho una cosa da dirvi", prende la parola la madre delle ragazze. "Non lontano di qui una poveretta, la signora Hummel, ha appena avuto un bambino. Altri sei bambini sono ammucchiati in un unico letto per riscaldarsi. Non hanno fuoco, non hanno da mangiare... Bimbe mie, volete dare la vostra colazione come regalo di Natale?". Mentre i candelieri in stile Ottocento continuano a reggere le fiammelle vivide, i piatti si svuotano e i bicchieri restano vacanti. La tavola lascia andare via la frutta e le torte. Non c'è più niente da mangiare, ma c'è la serenità di aiutare gli altri. Una scena che anche Greta Gerwig, nella riscrittura cinematografica di Piccole Donne del 2019, ha saputo costruisce prendendo l'estetica immaginifica della Alcott e abbinandole, poi, forme, colori, design. Sulla tavola di Natale della regista di film quali Lady Bird (2017) e Frances Ha (2012) ci sono bicchieri, piatti decorati, brocche in acciaio e candelieri. Con il libro alla mano e il film in sottofondo, abbiamo provato a portare un po' di Piccole Donne dentro le nostre case reinterpretando la tavola di Natale contemporanea con le firme del design. C'è tutto quello che serve per ospitare con gusto e decoro i nostri affetti più cari: è vuole essere una piccola guida spirituale all'arte della tavola per le festività.

Partiamo dalla tovaglia e dai tovaglioli: insomma, da tutto ciò che fa da base a pietanze ed è sostenitore di igiene. Per questo, abbiamo scelto un tessuto di pregio: il lino. Così, la tavola vestita con i tessuti di lino firmati Once Milano risulta dimessa ma audace. Custodisce un'eleganza umile e contemporaneamente preziosa che si declina in più complementi. Dalle tovaglie ai runner, passando per i tovaglioli - specie quelli frangiati - si festeggia (ogni giorno e soprattutto a Natale) la bellezza. I tessuti di Once Milano sono fatti a mano e vantano una composizione in lino italiano 100%. Reinterpretano le linee della classicità, arricchendole di un gusto fine che abita perfettamente la casa contemporanea. tutti i tessuti sono disponibili in vaste gamme di colori. Tuttavia, a Natale, si può osare con le tonalità invernali: abbinando il verde, la sequoia e la salvia. È festa anche per gli occhi.

I bicchieri di cristallo della collezione Tommy di Saint-Louis impreziosiscono la mise en place portando sulla tavola di Natale l'arte della cristalleria. Con intagli diamante e smussi di fili e perle, Tommy è il portabandiere del brand dal 1928. Tutti i bicchieri in cristallo vengono soffiati a bocca e molati a mano nella manifattura Saint-Louis in Francia. La collezione si declina in bicchieri per l'acqua, roemer e flûte che infiocchettano a modo l'arte del bere (bene). Scontato: a Natale brindare vuol dire più che alzare un calice. Da augurio a rito della tradizione, il tintinnio del materiale è un messaggio di felicità. Per questo motivo, il bicchiere si inserisce fra i complementi-bandiera dell'arte della tavola. Nell'immagine, in aggiunta, c'è un portacandele preziosissimo che fa parte della collezione Jardy e Vega.

Con la collezione Koi di Lladrò impreziosiamo la tavola di Natale con un tocco di decoro classico e ricco di significato. La linea del brand ultrasessantenne, che firma le porcellane spagnole di pregio, si declina in più oggetti complementari: da portacandele a vasi. Ma noi, per la tavola delle feste, abbiamo scelto il piatto. A decoro della porcellana, la silhouette di un pesce dorato sguizza sulla superficie pronta a servire le pietanze della tradizione. Non solo. Infonde all'atmosfera famigliare e amichevole un racconto di amore e di amicizia. Del resto, è questo il significato simbolico e sincero del pesce ornamentale più apprezzato al mondo, la carpa. Non è il piatto perfetto per le feste?

Posate da collezione? Sì. “Il nuovo modo di pensare questi arnesi, le posate, nella loro forma perfetta, è questa: coltello e lama corta con profilo obliquo, forchetta a denti corti e un po’ concava”. Abbiamo citato Louisa May Alcott e adesso citiamo Gio Ponti, che, con questa frase del 1951, ha commentato le sue posate firmate, oggi, Sambonet. A Natale, impossibile non servire il design. O meglio, servirsi del design. Perché abbiamo scelto le posate di Gio Ponti, presentate alla IX Triennale di Milano (non prodotte per sessant'anni). Nel progetto ci sono i principi della teoria di Gio Ponti secondo cui la funzionalità e le abitudini dell’uomo determinano la forma degli oggetti di tutti i giorni. In un’inedita asimmetria, Gio Ponti Conca esprime la contemporaneità che solo le opere d’arte riescono a comunicare inalterata nel tempo. Nell'immagine, in aggiunta, Sambonet firma anche i piatti TAC Rosenthal by Walter Gropius e il Centrotavola Gio Ponti nella versione oro. Il colore delle feste.

I fermatovaglioli di Ferm Living fanno della loro forma stondata e imperfetta una peculiarità inaspettata. Il set si compone di quattro oggetti pronti ad arricchire la tavola di Natale: quattro complementi che portano - ancora una volta - il colore oro a risplendere. Grazie alla finitura opaca propria dell'ottone (il materiali con cui sono realizzati), i fermatovaglioli di ferm living arricchiscono anche le tavole meno formali. Senza dubbio, rappresentano la ricerca dell'ordine. Privano i tessuti del loro carattere libertino, ma trasmettono con audacia il rispetto degli spazi e dei posti assegnati che a tavola - specie in questo momento storico - è davvero importante.

Il candeliere Morton di Maisons du Monde reinterpreta con grazia contemporanea i caratteri dell'estetica di fine Ottocento. Dovremmo immaginarlo sulla tavola di Natale della colazione di Meg, Jo, Beth e Amy. Lì, aggiungerebbe un gusto essenzialmente pioneristico ai temi del libro. Dorato, si abbina alla tavola del Natale con eleganza. Del resto, c'è chi ha detto che il colore oro non basta mai nel panorama domestico. Il piccolo e grazioso piedistallo si regge su se stesso, slanciando la luce e il fuocherello verso l'alto. Impreziosisce esteticamente la tavola e la arricchisce anche di un senso emotivo, simbolico. Si tratta del must have della mise en place. Essenziale, non può mancare sulla tavola delle feste.

Questa brocca d'acciaio ricorda molto quelle che Greta Gerwig scelse nel 2019 per il suo set. Quando le quattro sorelle, in compagnia della mamma e della nonna, siedono attorno al tavolo della colazione di Natale hanno almeno un paio di brocche simili a portata di mano. Ed eccole qui riprodotte al design. Il modello Indian Steel Pitcher firmato Hay ricalca l'estetica dell'orciolo tradizionale made in India e svolge il suo compito con eleganza. Serve il beveraggio del pasto senza lasciare cadere goccioline di troppo, trasforma la tavola formale in uno spazio conviviale e amichevole senza troppi orpelli. Così il pranzo è servito, ma anche il bere lo è.