LA CAVALLERIA DI MASCAGNI GRANDE LIRICA IN CORTILE - La Stampa

2022-06-03 19:13:37 By : Ms. Chloe LYU

La voce de La Stampa

DA martedì 7 apre a palazzo arsenale la sede estiva del teatro regio

Di “Cavalleria rusticana”, che apre la stagione estiva del Teatro Regio nel cortile del Palazzo Arsenale, sono previste tre recite alle 21 di martedì 7, giovedì 9 e sabato 11 giugno. Questa opera di Pietro Mascagni celebrò l'esordio ufficiale del verismo in musica: non più in scena nobili e nobilastri, tanto meno ninfe e semidei, ma popolani dal carattere spiccio: “L'eroe – ha scritto Rubens Tedeschi – abbandona il pennacchio variopinto per calcare la nera coppola siciliana. Non più la spada corrusca, ma il coltello balenante”. Era il 1890 e ne nacque una sorta di gusto per l'opera “regionale”, che Rodolfo Celletti ha ben definito “melodramma delle aree depresse”: difatti a seguire fu tutta una fioritura con “Pagliacci” e “Mariedda” in salsa calabra, le sarde “Belle di Alghero”, vari lavori napoletaneggianti tra cui “A basso porto” e “Mala vita”, le “Nozze istriane” di Antonio Smareglia, la “Collana di Pasqua” di ambiente toscano e perfino un “Mafioso”. La vicenda di “Cavalleria”, che i librettisti Giovanni Targioni-Tozzetti e Guido Menasci trassero da una novella di Giovanni Verga, è nota. Compare Turiddu stanco della relazione con Santuzza se la intende di nascosto con Lola, bella moglie del carrettiere Compar Alfio; accecata dalla gelosia, la ragazza spiattella tutto al marito cornificato, che salva l'onore con una coltellata. Il tutto avviene il giorno di Pasqua nella piazza del paese siculo, e il dramma oscura la cornice di festa con tanto di processione. L'opera esplose come una bomba, incontrando un successo tuttora vivissimo. Eppure non mancano stridori palesi: ad esempio il contrasto tra l'eloquio grezzo, plebeo, dei protagonisti e quello del popolo di cafoni e casalinghe, che inanellano versi idilliaci tipo “Gli aranci olezzano / sui verdi margini, cantan le allodole / tra i mirti in fior” e “O belle occhi-di-sole, a voi corriamo, / come vola l'augello al suo richiamo”. Ma la musica, istintiva e irruenta, prevale catarticamente. Per interpretare Santuzza il Regio ha scelto Anastasia Boldyreva, mezzosoprano di alta classe. Turiddu ha voce e sembiante di Stefano La Colla, tenore nato a Torino. Il baritono georgiano Misha Kiria, già ammirato a Torino in “Pagliacci”, porta in scena la collera di Compar Alfio. Le parti di Lola e di Mamma Lucia sono di Agostina Smimmero e Valeria Girardello. Il Coro del teatro è diretto da Andrea Secchi. Sul podio sale Francesco Ivan Ciampa, la messa in scena è firmata da Anna Maria Bruzzese, con scene e costumi di Paolo Ventura e le luci di Lorenzo Maletto. I biglietti costano 50, 40 e 30 euro. Il ricavato della prova generale di domenica 5 alle 21 andrà al Fondo Alberto e Angelica Musy, istituito all'Ufficio Pio Compagnia San Paolo per la formazione e il reinserimento dei detenuti . Biglietteria: 011/8815241; info: 011/8815557. —

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