Urlo - Progenie: non c'è fine all'orrore, nell'inedito graphic novel di saldaPress | Cultura Pop

2022-06-24 19:02:33 By : Mr. Jack Wilgex

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Una bestia famelica che domina la natura selvaggia può diventare un’arma, nelle mani di un altro predatore: l’uomo. Il gioco sadico e spaventoso iniziato con Urlo – Nel Buio prosegue sulle pagine del nuovissimo e inedito graphic novel horror firmato da Luca Conca e Gloria Ciapponi, Urlo – Progenie. Ancora più graffiante e crudele, l’opera pubblicata per la prima volta da saldaPress nella collana Maèstro è un’immersione nell’agghiacciante ignoto fatto di bestie misteriose e avvenimenti celati da una natura spietata, attraverso una caccia all’uomo raccapricciante da mozzare il fiato. In Urlo – Progenie alcune delle domande sorte con il primo volume trovano risposta, mentre altri misteri vengono dischiusi. Sarete pronti?

Un capannone in mezzo alla natura fitta e incolta. Due uomini che danno alle fiamme la carcassa di una bestia orribile e sconosciuta: la stessa a cui danno in pasto altri uomini, attirati con l’inganno verso una trappola da cui non è possibile fuggire. Tra le ombre degli alberi, una delle loro ennesime vittime li osserva. Una donna che è riuscita a fuggire, nonostante le ferite, per ottenere la propria vendetta.

In uno scenario che sembra non essere fatto per la presenza umana, si consuma una caccia spietata e agghiacciante, mentre numerose domande si affastellano intorno agli avvenimenti celati da una natura soverchiante e indifferente: cosa sono quelle bestie spaventose capaci di inghiottire un uomo intero? Chi è quell’individuo che sembra essere la copia esatta di una delle tante vittime divorate? Ma soprattutto, come è possibile sfuggire a un simile orrore?

Come annunciato nella nostra recensione di Urlo – Nel Buio, il progetto di Luca Conca e Gloria Ciapponi iniziato nel 2013 e riportato in auge da saldaPress, ha trovato finalmente un seguito con il nuovo e finora inedito Urlo – Progenie. Un prosieguo che, se da un lato apre qualche spiraglio di comprensione, dall’altro addensa il mistero e l’orrore per l’ignoto che vi si lega saldamente, all’interno di chiaro scuri che sembrano fatti della stessa essenza dell’inquietudine e di una natura selvaggia e caotica. Qui più che nel primo volume, essa fa sentire la sua presenza: dominante e rigogliosa, volutamente soffocante nel segno incisivo di Conca, popolata da creature che sottostanno alla crudele legge della sopravvivenza offrendo spettacoli terribili a cui assistere inermi.

Serrando in una morsa i pochi, miserabili protagonisti di questa storia, la natura diventa la loro prigione e in alcuni casi la loro tomba, perpetuando quel senso di claustrofobia che, come dimostrato già in Urlo – Nel Buio, i due autori riescono a trasmettere con perizia. Urlo – Progenie arricchisce inoltre questo quadro bucolico dell’orrore di una presenza più massiccia e minacciosa di quelle misteriose creature fameliche introdotte nel primo volume, e di cui era stato lasciato intendere vi fosse una “cucciolata”. Qui ne conosciamo meglio i dettagli fisici, possiamo comprendere con più efficacia la loro portata e renderci conto del fatto che il loro numero, nell’ambiente ostile narrato, è più esteso di quanto credessimo. Un orrore apparentemente senza fine, amplificato dall’unione della loro natura predatoria e subdola a quella di un altro predatore che si è appropriato di questo habitat, ovvero l’uomo.

Nelle mani dell’uomo, la bestia spaventosa e ignota ideata dagli autori diventa a sua volta un’arma, un mezzo per sopraffare altri individui: homo homini lupus, in una caccia perversa che qui assume anche i connotati di un’attività svolta per profitto, oltre che per il solo piacere di smembrare e uccidere. È attraverso le azioni dei malviventi protagonisti che in Urlo – Progenie sono maggiormente percepibili (forse addirittura più che in Urlo – Nel Buio) la crudeltà e la spietatezza, l’indifferenza dinanzi alla paura, la soverchiante sensazione di un male puro, ancestrale e inesorabile, unitamente al desiderio di vedere emergere una sorta di giustizia provvidenziale che metta fine a una tale barbarie. Urlo – Progenie è una dichiarazione vera e propria: l’unica, vera bestia famelica è l’uomo, per spasso o per vendetta, non solo per la mera necessità di sopravvivere, mosso da istinti primordiali più subdoli di quelli animaleschi. Trasmettere un simile senso di orrore attraverso un graphic novel horror non è un’operazione semplice, ma nelle mani di Luca Conca e Gloria Ciapponi sembra diventare una materia malleabile, in grado di restituire un concentrato di orrore, raccapriccio e avversione.

Il lavoro di Conca e Ciapponi è evidentemente il risultato di una fruttuosa sinergia che potrebbe essere far pensare talvolta al prodotto di un unico autore. La visione orrorifica di Ciapponi si manifesta nelle illustrazioni di Conca attraverso tavole ampie e dense, in cui si affastellano inquietudine e gelido terrore. Il segno (realizzato a penna) è ancora una volta graffiato e graffiante, spinto verso l’incisione aspra della caoticità della natura, raggelante nella sua imperiosità che circonda e sopraffà qualsiasi presenza umana. Dalla sua raffigurazione, che predilige spesso tavole intere o splash page a sottolinearne il potere soverchiante, traspare quasi una sorta di raggelante silenzio, che fa da contraltare ai dialoghi dei protagonisti. Più che nel primo volume, Urlo – Progenie lascia infatti uno spazio più ampio alla parola, con scambi rivelatori tra i personaggi che in certi passaggi fanno largo a un altro tipo di orrore, più subdolo e latente, quello dell’inspiegabile, e rivelando quasi la volontà degli autori di voler raccontare di più, svelare maggiori dettagli.

Non che Urlo – Progenie necessiti di troppe spiegazioni: ancora una volta, Luca Conca e Gloria Ciapponi forgiano un graphic novel evocativo, dalle immagini eloquenti, che lasciano trasparire una tendenza leggermente differente da quella presente nel precedente volume. Sembra siano state ridotte infatti quelle zone d’ombra bituminose che in Urlo – Nel Buio sprofondavano il lettore in ipnotici e inquietanti abissi oscuri (“nel buio”, appunto), prediligendo qui illustrazioni che “respirano” maggiormente, più ampie e luminose ma non meno claustrofobiche, tendenza dimostrata anche dalla scelta dell’illustrazione di copertina.

In conclusione, Urlo – Progenie dimostra di essere il degno seguito di Urlo – Nel Buio e non tradisce la sua natura orrorifica, ma riesce anzi a toccare impensabili sponde della paura. Un graphic novel horror in cui emerge maggiormente la portata di una minaccia terribile, impostando una direzione che ci auguriamo proseguirà con un possibile seguito. Se è vero che il primo, fortunato lavoro dei due autori non necessitava di un seguito per potere essere definito un lavoro completo, è anche vero che Urlo – Progenie dimostra quanto in realtà noi lettori ne avessimo bisogno, allargando la cornice ed espandendo un quadro orrorifico che nasconde così tanto, da voler indagare ancora e ancora. Di certo l’eco di quest’ “urlo” non si spegnerà tanto rapidamente.

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