Il tatto, l’olfatto e l’udito: con Deborah alla scoperta dei capolavori dell’arte- Corriere.it

2022-06-24 18:58:07 By : Ms. Jessie Peng

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Da Caravaggio alla statua di Atena. Cieca dalla nascita Deborah Tramentozzi è una guida ai luoghi della cultura ed è consulente per i percorsi di accessibilità: indica strategie per garantire l’inclusione

L'opera d’arte la tocca , l’odora, l’ascolta. I colori li sente: «L’azzurro è l’acqua del mare, il rosso la fragola dolce, il giallo il limone aspro e ruvido». Per Deborah Tramentozzi, 34 anni, la vista è una sinestesia . Cieca fin dalla nascita, vede con il tatto, l’udito, l’olfatto e il gusto. E ha trasformato la sua disabilità nella sua risorsa più preziosa: «Spiego l’arte che non posso guardare con gli occhi ai non vedenti come me e alle persone normodotate». Deborah, oltre a essere una guida museale, è consulente per i percorsi di accessibilità ai luoghi di cultura. In termini tecnici è una tiflologa, cioè indica le strategie più adatte per garantire l’inclusione dei non vedenti al patrimonio artistico.

Un lavoro cucito addosso alla sua storia personale. Tutto è nato per scherzo. Da Pontinia (Latina), la città in cui vive, nel 2010 andò a sperimentare il primo percorso multisensoriale per ciechi e ipovedenti ai Musei vaticani . «Toccando le statue della dea Atena e del satiro Marsia - ricorda - mi emozionai. Perché raffigurano un mito greco, materia dei miei studi classici. La responsabile della didattica si accorse del mio sorriso compiaciuto e alla fine della visita mi propose di affiancarla». Dal 2011 Deborah, laureanda in lettere classiche (studia il greco antico in codice Braille), collabora con uno tra i complessi museali più grandi del mondo. Una selezione di opere su tela è stata riprodotta in scala su tavole tattili in bassorilievo. «Valuto se la copia è fruibile e i dettagli sono percettibili con il polpastrello . Se, per esempio, è ritratta una collana di perle mi aspetto di sentire le perle, se invece c’è un cerchio liscio non funziona», spiega.

Il suo dipinto preferito è la Deposizione, capolavoro del Caravaggio . Quando lo descrive non comunica un’immagine ma un’esperienza immersiva: «Avvolgo in un pugno l’angolo della lastra del sepolcro che Gesù tocca con la mano destra esanime. In questo punto batte la luce . Sul braccio senza vita si sentono le vene gonfie di sangue, simbolo di redenzione dalla morte, un particolare che di solito sfugge a chi osserva l’opera con la vista. Riconosco la superficie nera su cui si stagliano gli altri personaggi perché è liscia. Il colpo di luce è anche sul gomito di Nicodemo che sorregge le gambe di Cristo».

L’opera, poi, si esplora con la musica. «Al visitatore viene fatto ascoltare un brano di Gesualdo da Venosa della stessa epoca e viene fatto toccare un pezzo di lino bianco, che rappresenta la sindone in cui è avvolto il corpo morto di Cristo. Con uno spruzzo di mirra sul polso si rievoca l’odore degli oli essenziali di cui era impregnato il lenzuolo». Deborah ha imparato a sentire non solo le figure ma anche i concetti. Da maggio accompagna i visitatori vedenti e non nei sentieri dell’arte astratta di Burri , dei tagli di Fontana e altri artisti del Novecento. A Città di Castello (Perugia), al museo Ex seccatoi del tabacco.

«Come consulente, insieme a una collega non vedente, ho partecipato alla scelta del titolo, “La luce del nero”, alla selezione delle opere da riprodurre e da esplorare su calco o tessuto e alla realizzazione delle schede tecniche poste di fianco all’opera», dice. Come fa un cieco a cogliere le sfumature di colore? «Abbiamo chiesto di specificare che la superficie di nero opaco “appare ruvida al tatto” o che il nero lucido “appare più liscio al tatto” e così via». Questi tour sono viaggi in una realtà aumentata: «Il tatto è il senso del dettaglio e i visitatori normodotati mi ringraziano perché si accorgono di quello che a prima vista non riescono ad ammirare».

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